A Milano, durante la tre giorni della BIT – Borsa Internazionale del Turismo, si è tenuto il secondo appuntamento con l’Osservatorio sul Turismo firmato da Global Blue e Federturismo Confindustria.
Un progetto che ha avuto inizio nel luglio 2019 e periodicamente si propone di mettere in luce l’importanza del Tax Free Shopping per l’economia del Paese. Un appuntamento a cui non è mancata la presenza di una delegazione ATRI – Associazione Travel Retail Italia.
Il report
Nel 2019, secondo i dati Global Blue elaborati per Federturismo Confindustria, gli acquisti tax free dei turisti extra-Ue sono cresciuti del 17% rispetto al 2018, mentre il valore dello scontrino medio si è alzato dell’8% attestandosi a 985 euro. A livello nazionale, sono i viaggiatori cinesi a fare la parte del leone con una quota del 28% del totale degli acquisti. A seguire, russi (12%) e americani (11%). Dividendo l’Italia per macro-regioni, le performance migliori si sono registrate nel Nord Italia che conta per il 56% del totale delle transazioni con uno scontrino medio di 1.012 euro. Distaccate le altre regioni con il Mezzogiorno che ha comunque messo a segno una crescita del 32% per le vendite tax free ai viaggiatori internazionali. «Il tax free shopping in Italia nel 2019 ha registrato un’importante crescita: +17% rispetto al 2018, un aumento trainato non solo dalle destinazioni italiane più tradizionali, come Milano, Roma, Firenze e Venezia che insieme pesano per oltre il 70% del totale, ma anche da quelle meno note ai Globe Shopper, ma con un grande potenziale di sviluppo, da Palermo a Bologna, passando per Napoli e Siena per fare solo qualche esempio», ha sintetizzato Stefano Rizzi, country manager di Global Blue Italia.
Le dichiarazioni
«Lo shopping in viaggio è diventato sempre più importante anche in termini di percezione ed economia del Paese – ha dichiarato la vice presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli – e si conferma uno dei maggiori canali in crescita soprattutto per il mondo del lusso. E l’Italia, per i turisti che vogliono lasciarsi andare agli acquisti, anche costosi, rimane una delle mete preferite. Solo nell’estate del 2019 la spesa degli stranieri che hanno scelto il Bel Paese come meta di vacanze è stata superiore alla spesa dei turisti italiani all’estero di quasi 8 miliardi di euro». Cifre che potrebbero aumentare maggiormente: «Dobbiamo fare in modo che l’Italia sia sempre più competitiva, rivedendo anche alcuni strumenti, come l’abbassamento della soglia minima di spesa, per consentire ai turisti internazionali di accedere al rimborso dell’Iva sugli acquisti, una soglia che in alcuni Paesi, come Germania, Spagna, Gran Bretagna è a zero, mentre in Italia è ancora a 155 euro, il livello più alto tra i Paesi europei», ha affermato Ignazio Abrignani, presidente dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo.
Le parole del presidente Atri
Anche il presidente di ATRI, Stefano Gardini, ha commentato i risultati emersi dal report: «Quando si parla di tax free si parla di flussi di passeggeri incoming che transitano attraverso gli aeroporti. L’evoluzione del mercato è stata tale che, quando si parla di stazioni e aeroporti, non si può prescindere dal parlare di travel retail che, oggigiorno, rappresenta un elemento sostanziale del business di queste infrastrutture. Per i passeggeri il travel retail è esperienza e per i brand una imperdibile occasione di visibilità. L’importanza del travel retail in termini di peso sull’economia è spesso sintetizzata definendolo come “il sesto continente”. Il settore muove una cifra d’affari stimata, a livello mondiale, intorno agli 85-90 miliardi di dollari con una ipotesi di crescita fino a 125 miliardi nei prossimi anni. Un analisi più di dettaglio evidenzia come il peso dell’Europa e soprattutto dell’Asia-Pacifico siano di gran lunga preponderanti rispetto agli altri ambiti geografici rappresentando, insieme, circa il 73% del mercato. In particolare, il mercato asiatico appare quello caratterizzato da un maggiore incremento. La categoria principale in valore è rappresentata dal beauty con un 40% del complessivo e, secondo i dati di ETRC, in crescita nel periodo gennaio-settembre 2019 rispetto al medesimo periodo del 2018. Da notare tuttavia come la categoria che nell’ultimo triennio è stata caratterizzata da una migliore crescita è quella legata al fine food e al confectionary, peraltro questa categoria appare fondamentale anche in ottica di sistema Paese in quanto quella in cui l’Italia ha fortissime potenzialità ed eccellenze da valorizzare».