PAROLA ALL’ASSOCIATO – GIANMARIA CESARI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI UMBERTO CESARI
Ci racconta come nasce la sua azienda?
La Umberto Cesari prende il nome ed è stata fondata da mio padre, che ha creduto fin dal primo giorno nelle potenzialità del territorio emiliano-romagnolo. Per lui parlare di vino è sinonimo di terra: in questo senso per la nostra azienda il giorno fondamentale non è stato quello della prima vendita o del primo imbottigliamento, ma è stato l’acquisto del primo terreno nel 1964. La visione di mio padre è sempre stata quella di cercare di produrre la migliore uva possibile per poi trasformarla nella maniera più naturale possibile.
In che cosa consiste la vostra offerta di prodotto? E quali i mercati da voi coperti?
Siamo ambasciatori del Sangiovese nel mondo, varietà fortemente legata al nostro territorio, che si affianca ad altri vitigni autoctoni della regione come Pignoletto, Trebbiano e Albana, e a vitigni internazionali, oltre a varietà quasi perdute come l’Uva Longanesi, o sperimentali come il Merlese, che ha dato vita al nostro ultimo nato, SOLO. Per ciò che concerne invece le strategie di mercato, attualmente operiamo in più di 60 Paesi. Il Nord America è uno dei nostri principali mercati di riferimento: negli ultimi 30 anni ha rappresentato il pubblico che di più si è avvicinato al vino di qualità italiano. Accanto a tale area, l’Europa continua ad essere un mercato ancora importante, dove Svizzera ed Italia rappresentano gli sbocchi principali. Infine, abbiamo recentemente registrato una crescita delle attività nel Sud-Est asiatico, in particolare in Giappone e Cina.
Quali sono le principali opportunità del travel retail che l’hanno spinta a entrare in questo mondo?
Per noi il mercato travel retail è rappresentato dalle linee aeree, dai duty free e da alcuni appalti con compagnie di navigazione. Già con mio padre l’azienda aveva intravisto le prime opportunità, divenendo fornitori di alcune linee aeree. Negli ultimi dieci anni abbiamo però scoperto che la nostra strategia non poteva limitarsi a questi soli attori e questo ci ha progressivamente portato ad allargare le nostre attività negli altri contesti di canale, nel quale crediamo molto.
Quale è stato l’impatto del Covid-19 sul suo modello di business?
L’impatto del Covid-19 è stato devastante. La nostra attività si realizza prevalentemente nel settore Horeca e di conseguenza, fermi gli hotel, i ristoranti ed i catering, è stato come se si spegnesse un interruttore. Abbiamo però compreso che, indipendentemente dal contesto di crisi, le persone non avrebbero smesso di bere: semplicemente, avrebbero consumato in maniera diversa. Questa situazione ha rappresentato per noi una sfida, che abbiamo vinto grazie ai nostri partners nel mondo, chiudendo il 2020 in linea con l’anno precedente, ed accelerando sul canale online, offrendo degustazioni e visite virtuali.
Come ATRI può contribuire allo sviluppo del business?
ATRI è uno strumento molto innovativo ed estremamente efficace per ottenere informazioni, elementi che oggi sono alla base di qualsiasi strategia. Oltre a ciò, ATRI rappresenta per noi un’opportunità di networking: potersi confrontare con altri associati dello stesso settore o, ancor meglio di comparti diversi, è estremamente importante per comprendere opportunità e bisogni del canale Travel Retail e sviluppare collaborazioni soddisfacenti.
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