PAROLA ALL’ASSOCIATO – ERNESTO MARRO e DANIELE GREGORIO, RISPETTIVAMENTE DIRETTORE GENERALE E RESPONSABILE COMMERCIALE DI DUFRY IN ITALIA
Ci può raccontare com’è nata la vostra azienda e le sue principali milestone raggiunte nel corso del tempo?
Dufry è stato il primo gruppo, storicamente parlando, ad entrare nel settore del travel retail. Nasce tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 con il nome di Weitnauer, come la famiglia fondatrice, con sede a Basilea. Nel corso del 2003 Dufry è stata quindi acquisita dal fondo di investimento statunitense Advent: da allora si è registrata una forte espansione, non solo grazie a nuovi contratti ed al consolidamento di quelli esistenti, ma anche alle numerose acquisizioni. Nel 2006 è stato acquisito Brasil Duty Free, vale a dire il principale operatore duty free nel Sud America. Successivamente è stata la volta del gruppo svizzero Nuance, presente soprattutto a Zurigo, in alcuni paesi del Medio Oriente ed in Australia. Ancora, nel 2010 abbiamo rilevato Hudson, il maggior operatore statunitense per quanto riguarda i convenience store nel travel retail. L’ultima acquisizione, tra il 2014 e il 2015, ha infine riguardato World Duty Free, allora il secondo gruppo leader nel travel retail, dopo di noi, presente soprattutto in Sud America, Spagna e Regno Unito.
Quali sono i principali segmenti di mercato nei quali opera la vostra azienda?
Noi operiamo principalmente negli aeroporti, ma non solo. Ad esempio, nelle aree caraibiche i porti sono le aree in cui siamo maggiormente presenti, mentre attraverso partnership siamo anche a bordo delle navi. Come proposizione di prodotti, la nostra spazia dal duty free – con profumerie, food, alcolici, etc. -, ai convenience store, ad un’offerta più specializzata che giunge ad includere boutique, negozi di orologeria e di alta moda.
Quali sono le opportunità odierne presenti nel travel retail e le novità previste per l’anno corrente?
Noi siamo sicuri che vi sia un margine di sviluppo per quanto riguarda i convenience store, a livello locale e non solo. Di conseguenza, appena prima della pandemia abbiamo iniziato una partnership con Feltrinelli creando inizialmente dei piccoli corner all’interno degli shop Hudson e da qui è nata l’idea di fare grandi librerie in aeroporto. Abbiamo appena aperto un bookstore di 400 metri quadri, insieme ad Hudson, a Milano Malpensa nella zona Schengen, mentre tra poco ne apriremo una a Milano Linate di 350 metri quadri, sempre in collaborazione con Feltrinelli. In senso generale, tuttavia, il 2022 per noi rappresenterà un anno in cui focalizzarsi su un obiettivo di consolidamento del perimetro di attività: dopo la pandemia abbiamo dovuto necessariamente rivedere la nostra offerta al mercato, in prima istanza a causa della perdurante assenza dei flussi di traffico di lungo raggio.
In che modo ATRI supporta lo sviluppo del vostro business?
Registro come Atri per noi rivesta un ruolo fondamentale per sensibilizzare i canali istituzionali al fine di salvaguardare il comparto del travel retail. Si tratta di un compito ancor più delicato in un periodo di contingenza complessa, che peraltro si sta oggi rivelando ancor più lungo e impattante del previsto a causa dell’insorgere della guerra in Ucraina.