Con la ripresa del traffico interregionale, il treno e le stazioni sono un laboratorio per la ripartenza post-Covid. Un settore in cui il travel retail può testare il new normal prima di estenderlo agli altri canali. Per approfondire il tema ATRI si è fatta promotrice di una serie di webinar per condividere e far emergere quesiti e best practice utili ad affrontare la crisi e la Fase 2.
Il terzo appuntamento, tenutosi online sulla piattaforma Teams (il 29 maggio), grazie alla collaborazione tecnica di Lagardère Travel Retail, dal titolo Il trasporto del futuro dopo l’uragano Covid è stato condotto da Andrea Giuricin, ceo di TRA Consulting ed economista dei trasporti presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca.
WEBINAR 1: Covid-19: pensieri e sfide per il “post pandemia” (con David Jarach)
WEBINAR 2: Trasporto aereo, situazione e prospettive: Italia, EU, global (con Adolfo Marino)
L’orizzonte stretto della ripresa
La ripresa dei collegamenti interregionali e l’attesa per lo sblocco dei viaggi internazionali (almeno a livello europeo), ha posto l’accento sulle modalità di trasporto degli italiani. Insomma, come si viaggerà? Treno o aereo? «L’aereo è cresciuto molto negli ultimi anni: 160 milioni nel 2019 contro i 53 del 1997. Fino all’anno scorso tutte le principali compagnie aeree low cost e tradizionali andavano bene. Stessa cosa anche per il treno, con l’alta velocità che in Italia è arrivata a quasi mille chilometri. Post-Covid siamo di fronte a una lenta ripresa. D’altronde, la Cina, il Paese che per primo ha affrontato e risposto all’emergenza, si trova con una offerta di voli internazionali a zero e un mercato domestico tornato al 60% dei livelli pre-crisi. In Europa, da giugno potrà esserci una piccola ripresa con le low cost che tornano a volare». ha affermato Andrea Giuricin. Insomma, tutto rimandato al 2021 almeno.
Le proposte
In un anno l’industria del trasporto aereo è chiamata a fare sistema per riprendere quota e cambiare alcuni indirizzamenti del Governo che sembrano puntare sul rilancio di un unico vettore piuttosto che la salvaguardia di un intero settore: «Attualmente, il piano del Governo prevede l’estensione del contratto di lavoro nazionale di Assaereo che toglierebbe flessibilità ed efficienza al sistema, la cancellazione degli accordi fra aeroporti e compagnie aeree su cui alcuni scali hanno costruito il proprio network, l’affidamento dei servizi essenziali alla sola Alitalia per contratto
diretto». Il rischio? Secondo Giuricin, «quello di tornare agli anni ’80 dell’aviazione». Le proposte per evitare questo scenario non mancano: temporanea riduzione o eliminazione dell’Iva per i voli domestici, eliminazione delle tasse comunali e del Fondo Volo, misure sanitarie ed economiche regolate a livello europeo.
Il binario parallelo
Con il treno, l’approccio ha funzionato: «A livello europeo si è arrivati velocemente alla riduzione del pedaggio per tutti gli operatori dal 30 marzo al 30 giugno, il PSO è stato incrementato di 500 milioni di euro ed è stato istituito un Fondo Covid 19. Non è un caso se Italo e Trenitalia siano pronte a ripartire con nuove rotte, anche verso stazioni secondarie», ha raccontato Giuricin. Un aiuto per il trasporto aereo potrebbe venire dalle definizioni delle misure
sanitarie che impattano sul load factor: «Con l’obbligatorietà del social distancing in volo si perdono posti a sedere e, come sostiene la Iata, nessuna compagnia con load factor inferiore al 62% può essere sostenibile», ha concluso Giuricin.